Berkeley

; Los Angeles 1895 – ivi 1976), coreografo statunitense. Un dizionario di slang americano contiene la voce `busby berkeley’ e il termine significa «qualsiasi numero di danza molto elaborato». Le coreografie di B. sono questo ma anche infinitamente di più in termini di invenzione tecnica, di pura follia visiva, di assolutamente impeccabile montaggio musicale e, se si è facilmente colpiti dalle invenzioni più grossolanamente vistose (le ragazze trasformate in arpe, i non si sa quanti pianoforti bianchi, la gigantesca macchina da scrivere con i ballerini che evolvono sui tasti, e ce n’è ancora!), si resta senza parole di fronte a meraviglie di coreografia cinematografica come, citando a caso, Lullaby of Broadway (da Gold Diggers of 1935 ) o You Discover You’re in New York , numero di apertura di The Gang’s All Here (1943). B. era figlio di un’attrice di teatro e di cinema, Gertrude B. e del regista teatrale Francis Enos: era dunque praticamente nato tra le quinte e silenziosamente destinato a una carriera nel mondo dello spettacolo: infatti tra i cinque e i dodici anni apparve in piccole particine con i genitori. A dodici anni fu ammesso all’Accademia militare di Lake Mohegan dove rimase per sette anni, fino al 1914, l’anno del diploma. Studente nella media, eccelleva negli sport, ma, uscito dall’Accademia va a lavorare in una fabbrica di scarpe e nei momenti liberi recita e organizza spettacoli di dilettanti. Durante la Prima guerra mondiale fu arruolato e spedito in Francia ed è sicuramente sul suolo francese, quando riceve l’incarico di organizzare la sua prima parata militare, che scopre quel talento che lo renderà in futuro uno dei grandissimi del musical. Certamente imparerà quella tecnica di cui si servirà più tardi per organizzare i suoi complicatissimi numeri cinematografici. Ma mancano ancora più di dieci anni al suo debutto a Hollywood. Quando B. rientra a New York dall’Europa, ha le idee molto chiare: vuole essere regista e regista in teatro. È abbastanza naturale che si rivolga alla madre, (nel frattempo Gertrude è diventata una star), per qualche presentazione. Nessuno gli offre una regia ma parecchi gli propongono di recitare. B. scopre di essere un mediocre attore drammatico ma è dotato per la commedia: la grande conferma gli viene da un ruolo in Irene nel 1923. Finalmente, nel 1926 ottiene la direzione di una vera compagnia a Baltimora. Nel ’25 aveva però avuto un incarico a Broadway come `dance director’ (all’epoca `coreografo’ era parola usata solo per il balletto classico) per l’operetta Holka Polka . La carriera di B. a Broadway si può dividere correttamente in tre fasi: operette (dal 1925 al ’27), commedie musicali (tra il 1927 e il ’28), grandi riviste (dal 1928 al ’30). Bizzarramente questo genio dello spettacolo arrivò, in teatro, al genere che più direttamente gli apparteneva, quando il genere cominciava a declinare; ma, alla fine degli anni ’20 c’erano ancora le Ziegfeld Folliès , The Passwing Show (la rivista prodotta dagli Shubert), i George White Scandals e quel Earl Carroll Vanities che nell’edizione del 1928 si presentò con le coreografie di B. Tra operette, musical e riviste B. ha coreografato venti spettacoli tra i quali A Connecticut Yankee , di Rodgers e Hart che andò in scena nel ’27 ed ebbe quattrocentodiciotto repliche. B. tornerà due volte al palcoscenico: una prima sfortunatissima nel ’44 con il musical Glad to See You di Jule Styne e Sammy Cahn, che a Broadway non arrivò nemmeno, e poi, nel 1971 con il revival di No, No, Nanette del 1925 (861 repliche a Broadway) che segna l’inizio della cosiddetta nostalgia per una certa epoca della moda e dello spettacolo. Tra il 1930 ( Whopee! con Eddie Cantor) e il 1962 ( Billie Rose’s Jumbo , con Doris Day) B. ha partecipato come coreografo o regista o entrambi a cinquantacinque film tra cui alcuni capolavori assoluti del genere: 42ª Strada , Gold Diggers , Footlight Parade , Ziegfeld Girls , Lady Be good , Babes on Broadway , The Gang’s All Here , Million Dollar Mermaid .