Benti

Di ascendenze nobili, alto e naturalmente elegante e raffinato, Galeazzo Benti divenne sulla scena (e spesso sullo schermo) il ‘gagà’ per antonomasia. Una figura, quella del giovanotto snob e nullafacente, con erre moscia e movenze sincopate, dotato di strabiliante fantasia e perciò destinato inevitabilmente alla derisione, che già spopolava sui giornali umoristici con rubriche su misura: «Il gagà che aveva detto agli amici…». Seguiva una battuta dalla doppia lettura: una, aulica, lasciata intendere da un gagà e l’altra, plebea, illustrata dalla vignetta. Nella stagione 1943-44, B. recitò in Ritorna Za Bum di Marcello Marchesi, accanto ad Alberto Sordi, anch’egli agli esordi, e a Carlo Campanini, Carlo Ninchi, Roldano Lupi. Il successo si ripeté nella stagione successiva con Sai che ti dico? dello stesso autore, con Sordi che presenta il personaggio di Mario Pio, il petulante boy-scout da oratorio. Soubrette Vivi Gioi, caratteristi di peso Ave Ninchi e Luigi Pavese. Nel 1944-45 fu in Pasquino di Vittorio Metz e alla rivista, dedicata all’irriverente personaggio romano (le `pasquinate’ erano poesie polemiche contro le autorità), parteciparono Sergio Tofano, Enrico Viarisio, Aroldo Tieri. Nella stessa stagione, fu in Imputato alziamoci! di Michele Galdieri, accanto a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con Lucy D’Albert soubrette. Affronta la satira con Soffia, so’… di Garinei e Giovannini; nel cast, Anna Magnani, Sordi, Carlo Ninchi, Marisa Merlini. Lo spettacolo, nel 1945, venne eccezionalmente rappresentato a Roma e a Milano: all’epoca le tournée erano settentrionali oppure centro-meridionali, per ovvie ragioni belliche. Benti sarà ancora accanto alla Magnani in Sono le dieci e tutto va bene nella stagione successiva. Venne poi definito dalla critica «divertentissimo» in La piazza di Galdieri con Carlo Dapporto (stagione 1952-53). Tramontata la rivista ed esauritosi il filone dei filmetti comico-musicali (ne interpretò una sessantina, di cui sette con Totò), Benti nel 1955 si trasferì in Venezuela, allestendovi una compagnia di produzione televisiva (programmi e spot). Venne richiamato in Italia nel 1979 da Ettore Scola per il film La terrazza. Da allora tornò a recitare in teatro: con Massimo Ranieri in Varietà di Maurizio Scaparro; con Enrico Montesano in Cercasi tenore di Ludwig-Fiastri, regia di Pietro Garinei, stagione 1989. Dopo il suo rientro in patria, ha interpretato una quindicina di film e serial tv, meritandosi anche una nomination al David di Donatello per il film Io e mia sorella di Carlo Verdone. Di rilievo il ruolo del mentore nel remake del film Il conte Max con Christian De Sica: nel ruolo di un nobile decaduto che insegna le buone maniere a un giovanotto aspirante conte.