Bartolomei

Gabriella Bartolomei studia al conservatorio `L. Cherubini’ di Firenze con M. Cremesini, e prosegue la sua ricerca sull’espressione vocale con gli studi d’arte drammatica con N. Bonora e T. Pavlova. La ricerca espressiva sul suono e sulla voce rivela l’attenzione dell’attrice per l’intima musicalità delle cose, dei gesti, degli eventi. Guidata da R. Frangiapane, l’ottica analitica di Bartolomei converge verso l’originale composizione di `scritture vocali’ in cui corpo e voce si fondono in un rapporto di intima specularità: la nota musicale, mai interpretata, si innesta a posteriori sulla partitura vocale. Il percorso artistico dell’attrice è segnato dall’incontro con il regista Pier’Alli e dal dialogo con compositori quali S. Bussotti, G. Battistelli e D. Lombardi.

Fra le scritture vocali realizzate per Pier’Alli e il gruppo Ouroboros da lui diretto si ricordano quelle per Il Brasile di R. Wilcock, in Confronto I (Firenze 1968), Ludus , da Haute surveillance di Genet (Venezia 1970, musiche di A. Benvenuti), e soprattutto Winnie dello sguardo da Giorni felici di Beckett (Firenze 1978, musiche di Bussotti) e Giulia round Giulia da Signorina Giulia di Strindberg (Festival d’Avignone 1981). Con S. Sciarrino ha realizzato la prima assoluta di Lohengrin da J. Laforgue (Milano, Piccola Scala 1982-83, regia di Pier’Alli); con D. Lombardi Kaos da Ovidio (1992) e O frères da Valéry (1995); con G. Battistelli Aphrodite da Pierre Lou&yulm;s (1986), Ascolto di Rembrandt da G. Ceronetti (1993) e Frau Frankestein da M. Shelley (1993). Importanti anche le `scritture vocali’ composte per balletti quali Schiaccianoci da Hoffmann (1990), Herodiade da S. Mallarmé (1993) e Sogno di una notte di mezza estate da Shakespeare (1995). Definita `musicista per musicisti’ oltre che attrice, autentica portatrice di phoné (con un analogo internazionale forse in Meredith Monk), è stata interprete de La caduta di casa Usher, film-spettacolo diretto da Pier’Alli per la Scala (Festival Debussy, 1986) e, negli ultimi anni, ha indirizzato il proprio interesse verso la dimensione terapeutica del suono e del corpo vocale.