Barlach

Considerato fra i maggiori esponenti dell’arte espressionista, Ernst Barlach fu perseguitato dal nazismo come `artista degenerato’. Pur avendo dato alle arti figurative le sue prove migliori, approdò al teatro con alcuni drammi di tonalità espressionista e simbolista e nel 1924 vinse il premio Kleist. Tra questi: Il giorno morto (Der tote Tag, 1912, rappresentato nel 1919), in cui una madre uccide di nascosto il cavallo fatato che doveva condurre il figlio nel vasto mondo, e uccide così anche il figlio per non separarsi da lui; Il povero cugino (Der arme Vetter, 1918, rappresentato nel 1919), Die echten Sedemunds (1920, rappresentato nel 1921) e Der Findling (1922) sono rappresentazioni di vita popolare della Bassa Sassonia, che si sviluppano in linee di allucinata leggenda; Il diluvio (Die Sundflut, 1924) oppone il pio e docile Noè al fiero e ribelle Calan; Der blaue Boll (1926) mostra l’esperienza religiosa del ricco e ben pasciuto proprietario Boll. Con Die gute Zeit (1929), B. chiuse la sua attività di autore drammatico. Der Graf von Ratzenburg fu pubblicato postumo da Fridrich Schult (1949).