Balletto Reale Danese

In Danimarca i balletti di corte furono introdotti nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, mentre al Teatro Groennegard e al Teatro Reale, inaugurato nel 1748, si alternarono maestri di ballo francesi e italiani. Ma è stata la personalità e l’opera di August Bournonville tra il 1829 e il 1879 a segnare indelebilmente lo stile di danza del Balletto Reale Danese; stile francese che Bournonville aveva appreso sotto la guida di Vestris e che riprodusse in balletti ancora oggi eseguiti fedelmente come Napoli o La sylphide. Dopo la sua morte, il Balletto Reale Danese ebbe un periodo di declino, scosso appena dal passaggio di ospiti illustri come Fokine, che allestì nel 1925 Petruška , e Balanchine nel 1930. È stata la direzione di Harald Lander, fra il 1932 e il 1951, a riconsolidare la fama della compagnia. Lander si è curato della rinascita dello stile bournouvilliano e ha creato suoi balletti, tra cui il celebre Etudes (1942). Sotto la sua guida, la compagnia cominciò ad avere fama internazionale e a effettuare tournée, come quella applauditissima al Covent Garden di Londra. Un altro periodo di transizione segna la storia della compagnia dopo le dimissioni di Lander fino al 1966, quando arriva alla direzione Flemming Flindt, anche lui impegnato per ripristinare il repertorio bournonvilliano, al quale accosta un repertorio moderno con lavori di G. Tetley, P. Taylor e M. Louis. Dalle file del Balletto Reale Danese sono usciti artisti come Margot Lander, stella degli anni ’30, Erik Bruhn, Peter Martins, Peter Schaufuss. Attualmente è diretto da Maina Gielguld, ex stella di Maurice Béfart.