animazione, teatro di

o `di figura’ – come sempre più spesso negli ultimi anni lo si è definito, per distinguerlo dall’animazione teatrale – accomuna tutte quelle forme di spettacolo in cui i personaggi sono rappresentati da `figure’ o oggetti, costruiti con diversi materiali, anche attraverso congegni meccanici. Tale forma teatrale si perde nella notte dei tempi ed è diffusa in tutte le civiltà (ombre cinesi, `wayang kulit’ balinesi, bunraku giapponesi, marionette birmane); in quella europea le forme di a. più conosciute sono il burattino e la marionetta, spesso confuse tra loro, ma nettamente distinte per concezione, storia, repertorio e tecniche. Il burattino, più semplice da usare, è mosso direttamente dal braccio, mentre la marionetta è azionata dall’alto, grazie a fili o stecche fissate a volte al capo o agli arti dell’animatore, spesso situato su una specie di ponte in legno. Talora questo tipo di teatro è stato, in modo alquanto arbitrario, accomunato tout court con il teatro per ragazzi. Il teatro dei burattini, molto radicato nella tradizione popolare, si è incarnato in figure rappresentative, che in Italia variano di regione in regione e che possono essere divise in tre grandi zone: la tradizione bergamasca, l’emiliana e quella napoletana, anche se personaggi, spesso legati a maschere tipiche, sono presenti in molte altre località. Il teatro delle marionette, che ebbe grande successo soprattutto nell’Ottocento, ha stentato nel nostro tempo a radicarsi in modo autonomo, limitandosi spesso a copiare in piccolo il teatro d’attore; poche le eccezioni, tra cui esemplare è l’esperienza dei Colla. Un discorso a parte merita l’antico teatro dei pupi siciliani, che perdura ancora oggi e che porta in scena l’epopea del mondo carolingio seguendo stilemi ormai consolidati. Molta fortuna nello spettacolo contemporaneo ha anche il t. d’a. che usa i pupazzi, non solo per l’enorme impiego che ne ha fatto la televisione, ma anche per il diffondersi del teatro su nero, dove l’animatore, spesso a vista, muove i pupazzi come se fossero un proprio alter ego. Infine molti autori, gruppi d’avanguardia e non, hanno usato il teatro di figura, a volte con oggetti, in modo altamente espressivo: basterà citare Beckett, Kantor o il Bread and Puppet. Abbastanza numerosi sono i festival che in Italia si occupano di t. d’a.: il più antico e per certi versi il più importante è `Arrivano dal mare’, manifestazione che il Centro Teatro di Figura organizza dal 1975 a Cervia; altro festival internazionale di rilievo, sia pure più popolare, è quello delle `Figure animate’, nato a Perugia nel 1987 per merito di Mario Mirabassi del Teatro di Figura umbro. Al sud si svolgono invece a Castellammare di Stabia `Burattini nel verde’, ad opera della Compagnia degli Sbuffi, mentre a Palermo il maestro Mimmo Cuticchio organizza nel cuore della città la sua `Macchina dei sogni’. Piccoli per numero di spettacoli ma di grande interesse sono poi il `Festival dei grandi burattinai’ che Tinin Mantegazza anima al castello di Sorrivoli in Romagna, dove si incontrano grandi maestri e giovani allievi a imparare il mestiere, e `Assoli’, l’iniziativa che a Viguzzolo (vicino Tortona) riunisce ogni settembre i migliori operatori. Infine, di un certo rilievo è `Alpe Adria Puppet festival’, manifestazione diretta da Roberto Piaggio e organizzata a Udine a fianco del Mittelfest.