Anderson

Cominciò a farsi notare con Quanto costa la gloria? (What Price Glory?, 1924), scritto in collaborazione con L. Stallings, una commedia d’ambiente militare con un cauto messaggio pacifista e un linguaggio per l’epoca relativamente audace. Si specializzò poi in drammi su famosi personaggi storici, come Elisabetta I (Elizabeth the Queen, 1930), Maria Stuart (Mary of Scotland, 1933), Washington (Valley Forge, 1934), Rodolfo d’Asburgo (The Masque of Kings, 1937), Giovanna di Lorena (Joan of Lorraine, 1946), Anna Bolena (Anne of the Thousand Days, 1948) e Socrate (Barefoot in Athens, 1951). Ma le sue opere più significative, almeno come testimonianza del clima intellettuale e morale di un’epoca, furono quelle d’ambiente contemporaneo, soprattutto Sotto i ponti di New York (Winterset, 1935), considerato il suo capolavoro, che partiva dal caso di Sacco e Vanzetti (già argomento di Gli dei del fulmine , The Gods of the Lightning, 1927) per una riflessione sui temi della vendetta e della giustizia; e Key Largo (1939) che, attraverso il personaggio di un reduce disilluso della guerra di Spagna, perorava la necessità dell’impegno politico. Parecchi di questi testi erano in versi e avevano scoperte ambizioni tragiche, non molto sostenute né dal linguaggio né dalle strutture drammaturgiche. Scrisse anche saggi teorici (raccolti in The Essence of Tragedy , 1929) e i libretti per due musical di Kurt Weill ( Knickerbocker Holiday , 1938; Lost in the Stars , 1949).