Ambrosini

Sostenuto da un raffinato e rigoroso senso estetico, ha curato numerose regie teatrali e d’opera collaborando con alcuni fra i principali teatri italiani e stranieri (Regio di Torino, Comunale di Bologna, Regio di Parma, Liceu di Barcellona). Autore con forte vocazione politico-ideologica, è passato dall’impegno politico-sociologico degli anni ’70 al teatro epico brechtiano di derivazione realistico-critica; nei suoi testi, così come nell’impostazione registica degli spettacoli, ritornano i temi salienti della sua formazione. Allievo di Cesare Molinari all’università di Parma, dopo la laurea in storia del teatro si dedica al progetto di riqualificazione della città e fonda nel 1969 la Compagnia del Collettivo di Parma, per cui realizza testi e produzioni ( La grande paura -Torino 1921 ; Il re è nudo , 1973). Nel 1974 collabora con Mario Missiroli all’allestimento del Tartufo di Molière allo Stabile di Roma e l’anno successivo, chiamato dallo stesso Missiroli – divenuto direttore artistico dello Stabile di Torino – inizia una feconda collaborazione con l’ente come regista e drammaturgo: nel tentativo di rifondare il rapporto tra la città di Torino e le sue istituzioni s’inseriscono gli spettacoli realizzati dai giovani detenuti del carcere minorile `F. Aporti’ ( Uccellacci e uccellini da Pasolini, 1979), l’animazione del Laboratorio teatrale di Chieri ( Timone d’Atene , 1975; Sogno di una notte di mezza estate , 1978) e la creazione del Teatro Studio (prima assoluta di La chiave a stella di Primo Levi, 1986; Marat/Sade di Weiss, 1986). Nel 1980 organizza e coordina a Cuneo il convegno internazionale di studi pirandelliani e l’anno successivo quello sulla drammaturgia contemporanea, che riunisce a Stresa per tre giorni i più importanti drammaturghi e critici da ogni Paese europeo. In questi anni inizia anche un’intensa attività nella regia d’opera; tra le produzioni più significative, Elegie für junge Liebende di Henze (1978), Parsifal di Wagner (1978), Attila di Verdi (1983), Semiramide di Rossini (1985), Tosca di Puccini (1994). Nel 1982 fonda insieme a Stella Leonetti la cooperativa `Nuove parole’: gestirà a Milano il teatro Piccola Commenda, per il quale A. mette in scena numerosi lavori ( Quartett di Müller, 1983; Cinzano di Petrusvskaja, 1989; Durante la festa di Pinter, 1993). Particolare successo ha uno degli ultimi spettacoli prodotti con la Piccola Commenda, La cantatrice calva di Ionesco: la conversazione `bislacca’ dei signori Smith, in questo caso, assume i toni dello smascheramento delle convenzioni del linguaggio e dei comportamenti quotidiani e, nell’ambientazione iperrealista voluta da A. – un salotto borghese in mezzo al pubblico – i protagonisti assoluti non sono i fatti narrati, bensì l’irriverenza e i fraintendimenti della parola. Sempre attento al `teatro delle idee’, con radici nel sociale e nel territorio, A. propone nel 1996 Molly Sweeney , un testo di B. Friel ancora sconosciuto in Italia e La domanda d’impiego di Robert Vinaver, autore noto in Francia per il suo impegno morale e civile nel periodo della contestazione giovanile.